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Urologia e Andrologia

dott. Roberto Morcellini

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Conservazione del liquido seminale

La crioconservazione del liquido seminale dà la possibilità all'uomo di utilizzare i propri spermatozoi nelle situazioni che mettono a rischio la sua fertilità anche solo per un periodo temporaneo ed offre alle coppie la possibilità di accedere successivamente a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

La crioconservazione è sta inizialmente prospettata per persone affette da patologie neoplastiche che necessitano trattamenti chemio o radio terapici potenzialmente in grado di indurre sterilità temporanea o permanente ed anche per coloro che devono affrontare interventi chirurgici che possono alterare i meccanismi dell'eiaculazione.

In seguito le indicazioni alla crioconservazione del liquido seminale si sono allargate e attualmente comprendono le seguenti classi di pazienti:

  • uomini oligoastenospermici nei quali è stato evidenziato un progressivo peggioramento della qualità seminale e in cui sia previsto l'accesso a tecniche di PMA
  • uomini con lesione spinale (esiti di traumi, malattie neurologiche degenerative) con difficoltà eiaculatorie che necessitano perciò di tecniche specifiche di raccolta del seme
  • pazienti in cui gli spermatozoi non siano presenti nel liquido seminale emesso ma siano stati ottenuti mediante tecniche microchirurgiche (MESE, TESE) con prelievo dei gameti direttamente dal testicolo
  • Il campione di liquido seminale raccolto viene subito posto in termostato a 37°C per mantenere al meglio le sue caratteristiche e si esegue una valutazione dei parametri seminali (numero, motilità, morfologia e vitalità degli spermatozoi) che è predittiva della qualità del campione allo scongelamento. In seguito viene addizionato al campione un egual volume di crioprotettore e aspirato in capillari (paillettes) che vengono poi termosaldati. Successivamente si procede alla tecnica di congelamento che prevede una fase iniziale in vapori di azoto e la conseguente immersione in azoto liquido.

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